Yamamoto, collezione primavera estate 2011

Passa tra l’Ave Maria di Schubert e un assolo di Jimmy Hendrix la spiritualità di Yohji Yamamoto che a Parigi porta una collezione ricca di spunti ma con una estemporaneità che fa storcere il naso a qualcuno. Per chi si aspettava qualcosa di diverso forse non è stata una sfilata storica ma Yohji Yamamoto sa comunque stupire.

Anche se il total black proposto per la prossima stagione primavera estate 2010 non è il massimo. Anfibi, corsetti, drappeggi, tuniche, rosari allacciati alle caviglia il tema della religiosità è affrontato con un approccio quasi mariano, ma da un lato oscuro di cui ci sfugge la profonità della sua ispirazione.

Gotica, austera, originale, in linea da sempre con il brand, questo è lo stile Yamamoto che ormai neanche stupisce più di tanto. Rimane comunque un’ottima collezione, con spunti stilistici di gran pregio.

Yamamoto, cappotto portabile a Paris Fashion Week

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Da Parigi inizia la rinascita di Yoshji Yamamoto: dopo aver scongiurato il rischio di fallimento approntato da un fondo speciale giapponese, a 30 anni dal debutto proprio sulle passerelle parigi ci presenta una collezione ricca di spunti creativi.

La sua è una donna collegiale, che rinuncia a un’eleganza prettamente femminile per indossare abiti maschili:
cappotti dai tagli geometrici su camicie collage e gonne lunghe alla caviglia.