La verità sulla morte di Alexander McQueen

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Ultime novità sull’inchiesta riguardante la morte di Alexander McQueen.

La verità sul suicidio del grande stilista viene svelata anche in Italia, dopo che i medici del coroner britannico hanno deciso di raccontare cosa è veramente successo quel dannato 11 febbraio 2010.

Era appunto un giovedì l’ 11 febbraio 2010, quando l’enfant prodige della moda, Lee Alexander McQueen, si trovava da solo nella sua abitazione di Mayfair, zona centrale di Londra. Il giorno seguente, il 12 febbraio, McQueen avrebbe dovuto partecipare al funerale dell’adorata madre Joyce, morta solo qualche giorno prima.

Ma a quell’appuntamento non è mai arrivato.

La scomparsa della madre vissuta come l’ultimo, grande ostacolo da superare insieme ai tormenti della fama, all’ ansia e a un’insopportabile insonnia cuasata dal forte stress sarebbero stati il motore scatenante della sua rinuncia a quel futuro di sicuro successo nel gotha del fashion system internazionale così come garantito dalla critica e dai buyers di tutto il mondo.

Già, il successo. Oltre alle pallettes e ai trunk shows, McQueen si trovava già da anni in cura presso uno psichiatra, oppresso dai fantasmi personali e dal dovere di superare sempre se stesso.

Lo rivela Lynda Martindill dell’ufficio del coroner: “McQueen aveva una storia di depressione e ansia. Ed è provato che nel maggio e nel luglio del 2009 aveva già cercato di togliersi la vita e aveva abusato di sostanze illecite. Per questo era stato seguito da uno psichiatra”. Dopo i fashion shows aveva dei momenti di forte depressione” conferma anche il dottor Stephen Pereira. “Si sentiva solo, isolato. Si sentiva scaricato dai suoi amici, sentiva che molti approfittavano di lui e del suo successo. Per questo era molto guardingo nei rapporti umani“.

E quell’11 febbraio McQueen ci riuscì. Stravolto dall’ennesimo cocktail di barbiturici e stupenfacenti, dopo aver acceso una candela, lo stilista dedicò la sua ultimaricerca sul web ad approfondire le teniche di suicidio.

Di seguito, Lee, questo il suo nome di battesimo, scrisse di suo pugno un messaggio d’addio, firmato, sul retro del libro “The descent of Man”:

“Prendetevi cura dei miei cani. Scusatemi. Vi voglio bene, Lee. P.s. Voglio un funerale religioso”.

Infine, estrasse la sua collezione di coltelli, si spogliò, e decise di recidersi le vene dei polsi.

Il coroner Paul Knapman dà gli ultimi dettagli: “Aveva un passato di autolesionismo e in questo caso, stravolto dalla cocaina, ha deciso di mettere fine alla sua vita in modo cruento, impiccandosi“.

L’inchiesta giunge così al suo capolinea, così come riportata dal sito Mail Online e dall’italiano SeidiModa.

E proprio con le parole di Simona Movilia, Direttrice di Seidimoda, chiudiamo anche noi questa triste storia: “Ora, finita l’inchiesta e con le vendite degli abiti dello stilista che battono ogni record, si spera che finalmente Alexander McQueen possa riposare in pace“.

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