Elisabetta Canalis in piazza a Milano a sostegno di Peta e contro il mercato delle pellicce

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Yakutsk, Russia, circa 450 km dal Circolo Polare Artico: alcuni anni fa il termometro, in questa città di circa 200 mila abitanti,  ha toccato punte record di -63 gradi. In media si viaggia attorno ai -45 gradi, temperature considerate normalissime in gennaio. In questi casi, per proteggersi da un gelo simile, c’è davvero poco da fare: le pelli animali sono le uniche in grado di consentire un riparo termico che preservi dal congelamento delle membra. Parliamo di sopravvivenza.

Perché abbiamo introdotto l’articolo parlando di una cittadina dal nome, per noi, impronunciabile? Perché, nella vita, non ci sono verità assolute e certezze incrollabili e ciò vale anche per pellicce, che nella maggior parte dei casi e delle città del mondo non è che un vero e proprio feticcio inutile, spesso di cattivo gusto e, soprattutto, fonte di crudeltà inimmaginabili. Se a Yakutsk indossarne una rappresenta vera urgenza fisica, a Roma o a Napoli o a Los Angeles è un mero sfoggio di lusso.

Ecco il video con cui Elisabetta Canalis ha partecipato all’iniziativa Peta. Avvisiamo i lettori che alcune immagini sono piuttosto forti e possono, per alcuni, risultare disturbanti.

Peta, acronimo di People for the Ethical Treatment of Animals, è un’organizzazione internazionale che si occupa di tutelare le specie animali e sensibilizzare l’opinione pubblica su alcuni temi caldi. Le sue campagne sono sempre state molto discusse, perché spesso vedevano protagonisti membri dello star siystem completamente svestiti: celebre lo slogan preferisco andare in giro nuda piuttosto che indossare una pelliccia.

Dopo tante celebrità, tra cui Pink, Stella McCartney, Charlize Theron, Eva Mendes, Kim Basinger e Natalie Imbruglia, adesso è il turno di una bellissima showgirl italiana: Elisabetta Canalis, nell’ultimo anno chiaccheratissima a causa del suo rapporto con George Clooney, ha prestato il suo splendido corpo per la causa ambientalista di Peta.

Il 28 novembre, in Piazza Duomo a Milano, Elisabetta è stata protagonista di un sit-in a sostegno dell’organizzazione: con la stampa fotografica del suo nudo scattato per Peta, la Canalis ha voluto contribuire alla campagna contro l’uso e l’acquisto delle pellicce. Casual e sportiva, con un giubbino nero corto e imbottito, sciarpona grigia, jeans dall’aria volutamente consunta dal cavallo basso e sneakers ai piedi, Eli ha dispensato sorrisi per tutti.

La manifestazione ha avuto come obiettivo non tanto attaccare gratuitamente chi una pelliccia già la possiede, ma più costruttivamente rendere noto ai potenziali acquirenti cosa si nasconde dietro questo mercato: in alcuni casi si tratta di vera e propria mattanza, crudeltà ingiustificate e atroci, uccisioni di specie rarissime e da preservare. Una strage inumana perpetrata al solo scopo di far sentire le donne eleganti (ma anche questo aspetto è opinabile) alle prime di teatro.

La questione è semplice: perché indossare una pelliccia se lo stesso glamour, stile, tepore e potere termico possiamo ottenerlo indossando un capospalla completamente ecologico, realizzato grazie alla lavorazione di tessuti naturali rispettosi dell’ambiente, della nostra salute e del regno animale?

Siamo davvero sicuri che la scelta di acquistare una pelliccia sia dettata dalla necessità di proteggerci dal freddo, in città in cui solo per una decina di giorni all’anno (e solo quando l’inverno è particolarmente rigido) la temperatura scende sotto lo zero? Non si tratterà, piuttosto, di banale e prevedibile ostentazione del lusso e della ricchezza, ormai di questi tempi così kitsch e demodé?

Photo Credit | Peta