L’incremento della contraffazione durante il periodo degli acquisti natalizi

viktor perlaCon il natale alle porte stiamo già tutti impazzendo nel pensare a cosa regalare ad amici e familiari, la maggior parte delle marche furbamente hanno proposto collezioni speciali dedicate alle feste, per renderci la vita più facile e accaparrarsi qualche gradita vendita in più. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo si cerca di risparmiare su tutti i fronti, sebbene il prestigio delle marche di lusso continua ad avere la stessa influenza di sempre.

Proprio per questo sembra che il settore dei beni contraffatti stia utilizzando tutto il suo potenziale per non farci mancare nessuna imitazione in vista degli acquisti dei regali di natale. Nel centro di Roma la polizia ha sequestrato grandi quantità di accessori e capi contraffatti pronti per essere venduti al turista ma anche al locale che, sebbene il logo stampato non sia originale, era pronto a portarsi a casa un po’ di illusione.

A Napoli, forse la patria della contraffazione made in Italy,  si è cercato di sensibilizzare il più possible il cittadino con interventi volti a far riflettere e constatare che comprare merce non originale è un incentivo alla criminalità organizzata. Personalmente considero totalmente irrisorio comprare un bene di lusso contraffatto, se l’oggetto è fuori budget tanto vale acquistarne uno simile ma di un marchio più economico.

Oltre ai soliti 5 o 6 nomi internazionalmente riconosciuti c’è tanta moda made in Italy da scoprire ed apprezzare che non ci si può ridurre a comprare una imitazione sui marciapiedi. Che felicità può dare comprare l’imitazione di un prodotto, realizzata non si sa dove e con i lavoratori in chissà quali condizioni, se già quelli delle produzioni ufficiali sono spesso fruttati? Ovviamente neanche alle grandi marche sta entusiasmando l’intensificata presenza dei venditori ambulanti per le strade del centro della città, ma del resto anche loro potrebbero riconsiderare i loro prezzi di vendita al pubblico spesso veramente esagerati per mostrare poi, magari, un etichetta made in China.