La moda non risente della crisi economica: tutti in fila alle tre di notte per Versace for H&M

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Non passa giorno senza che i mezzi di informazione non snocciolino cifre catastrofiche sui disastri finanziari in borsa: si fa un gran parlare di paura del futuro, incertezza economica, spread, bund, disoccupazione e impossibilità di arrivare a fine mese. Poi, di converso, si legge che una parte di Roma è rimasta paralizzata per mezza giornata a causa di un negozio che ha proposto una sorta di svendita di prodotti tecnologici o che, in un normalissimo giorno lavorativo, le persone hanno deciso di mettersi in coda a partire dalle tre del mattino pur di accaparrarsi un pezzo della collezione Versace for H&M.

E’ accaduto una settimana fa a Palermo in via Ruggero Settimo: una folla di persone (per lo più giovanissime) ha ordinatamente e pazientemente rispettato una coda di sei ore per poter acquistare almeno un pezzo della linea, in vendita solo per il 17 novembre.

Credete sia anacronistico, di questi tempi, svegliarsi in piena notte per fare shopping, o che sia da folli affrontare un’alzataccia, per giunta in un giorno feriale, per acquistare una borsa o un foulard? Provate a dare un’occhiata ai dati sui consumi: i più recenti dicono che, se gli italiani non possono comprare una casa o permettersi una vacanza più lunga di sette giorni, come contropartita alcuni mercati e settori hanno addirittura accresciuto le percentuali di vendita. I comparti tecnologia, moda e lusso non conoscono crisi, ma la prendono di petto per sconfiggerla.

E’ diventato un sogno poter vivere in un’abitazione che sia la propria, un miraggio avere un lavoro stabile o almeno un lavoro, un’utopia pensare di poter fare progetti a lunga scadenza che includano prole e matrimonio, una vana speranza uscire fuori dai confini nazionali per visitare città straniere se non per un paio di giorni.

Ma nessuno vuole rinunciare a possedere un telefonino di ultima generazione e a sfoggiare un capo d’abbigliamento cult e imperdibile. A costo di saltare un giorno a scuola, all’università e al lavoro ci si mette ordinatamente in fila, in piena notte, con gli occhi spenti dal sonno e con l’obiettivo di comprare, spendere, consumare. Come a dire: se crisi dev’essere, che sia almeno fashion!

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