Moda Uomo p/e 2014: le sfilate della prima giornata della London Fashion Week

Man - cappotto rovesciato

Mentre dal 18 al 21 giugno 2013 si terrà a Firenze il tanto atteso salone della moda uomo, dedicato al top delle collezioni di moda maschile p/e 2014, a Londra la fashion week maschile è nel pieno delle sue attività e già la guerra a distanza con Firenze e Pitti Uomo inizia a farsi sentire.

Finora a Londra, davanti agli occhi di buyers e importanti giornalisti del settore, che presto rivedremo a Firenze, hanno sfilato le collezioni di giovani brand come Agi & Sam, Astrid Andersen, Lee Roach, Lou Dalton, Man, Richard Nicoll e Topman Design. Nessun grande nome, quindi e nulla che possa particolarmente intimorire ciò che avremo occasione di ammirare a Firenze. Ma si sa, sono i dettagli a contare e non sere è dai grandi nomi che arrivano le grandi idee e le tendenze che segneranno la prossima stagione. Spesso sono proprio e piccole griffe, che abbiamo nominato prima, a fare le grandi rivoluzioni fashion, soprattutto per via della loro creatività libera da logiche di marketing e di mercato e, quindi, in grado di sperimentare e proporre liberamente la loro moda senza temere particolarmente le critiche feroci degli addetti ai lavori.

Sotto l’egida dell’underground e della couture stravagante ed estrosa che da sempre caratterizza la moda londinese al di là dei classici circuiti sartoriali legati a Savile Row, ruota tutto un mondo di giovani creativi che vale sempre a pena di conoscere, ammirandone in passerella le loro creazioni per la prossima estate 2014. Così se la griffe Agi & Sam ha proposto colori pop, completi composti da blazer sartoriali e bermuda e, anche per la prossima estate, uno dei must del prossimo inverno, ossia l’overcoat, il cappotto lungo oltre la caviglia, Astrid Andersen ha fatto sfilare un vero e proprio inno alla cultura gym con i suoi modelli non solo super palestrati, ma con i muscoli sempre in evidenza tramite tshirt e canitte sapientemente tagliate per celebrare, come fossero sculture greche, la perfezione di questi corpi avvolti per lo più da capi total white. Decisamente più sartoriale e dai tagli decisi, ma estremanente delicati e quasi femminei, i modelli proposti da Lee Roach, dai blazer con la punta arrtondata come petali di un fiore fino ai soprabiti skinny da tenere chiusi con una raffiata cintura di raso. Senza infamia e senza lode la collezione di Lou Dalton, anche lui, come già il brand Agi & Sam, innamorato delle berude da indossre sotto eleganti giacche sartoriali, mentre le jumpsuit hanno un’allure aggressiva e quas copiata da quelle vere degli operai metalmeccanici.

Un modo per sostenere i lavoratori inglesi in questo difficile periodo? Chissà. Bermuda anche dal brand Man, ma è l’unico tocco easy di una collezione concettuale che lascia tutti un po’ interdetti. Fantasie african style coprono persino il volto dei modelli, mentre i capi più intressanti sono sicuramente i cappotti-dress dalla orma egg shape, praticamente dei veri cappotti dalla forma rovesciata, con i revers quasi all’altezza dei piedi: molto piacevoli da guardare e sicuramente comodi da indossare. Quella proposta a Londra dalla griffe Man è finora la collezione più avantgarde e riuscita della giornata o, quanto meno, quella di cui si è parlato con più interesse.

Se Richard Nicoll punta tutto su un nude look reinterpretato in chiave moderna, con t-shirt trasparenti in tulle, tocchi fetish di pelle e tanto blue elettrico, oltre alle onnipresenti bermuda, a aquanto pare un autentico must per tutti i creativi che finora hanno sfilato alla London Fashion Week, Topman gioca con una certa ispirazione country-style in salsa brit, con colori molto eleganti come il purple e il nero, ma non si lascia sfuggire il tocco estroso di un gilet dorato o di blouson interamente ricamati a fiori, molto Miss Marple.

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