Parigi Alta Moda: Christian Dior a/i 2013-14

astrakan e volpe

Continuano le sfilate parigine con ritmo lento e sinuoso, anche perchè il calendario non è quest’anno particolarmente fitto di eventi interessanti e, soprattutto, di sfilate. Molto attesa era ieri, quindi, quella di Christian Dior che ha presentato a buyers e stampa di tutto il mondo la sua nuova collezione di alta moda a/i 2013-14.

Il direttore creativo della maison, Raf Simon, sembra ancora non riuscire a trovare una sua vena aurea, un Eldorado che sia per lui una cifra stilistica che lasci traccia del suo nome nella storia della gloriosa maison parigina. La sua nuova collezione haute couture non è certo memorabile, anzi, lo stilista persiste, piuttosto, nella proposizione di un pret à couture, una via di mezzo molto sottile tra il pret à portér top di gamma e l’alta moda tout court. Il risultato, infatti, si vede e la nuova collezione di Christian Dior couture è, piuttosto, se si escludono alcuni abiti lunghi dai volumi molto importanti e da gran sera, usciti solo nel finale a conclusione della sfilata, un pronto moda piuttosto ricercato.

Raf Simon, lanciato dalla dirigenza Dior come l’anti-Galliano, il nuovo profeta del minimalismo che ben si adatta ai tempi difficili che stiamo vivendo, in cui ogni sfarzo e ostentazione sarebbe volgare e impopolare, è uno stilista che non riesce a far sognare. L’alta moda, infatti, è un sogno, è il palcoscenico su cui ogni designer può riuscire finalmente a dar libero sfogo a tutta la sua più incredibile fantasia perchè quegli abiti che creerà saranno indossati sui red carpet più importanti del mndo e dalle donne più ricche e affascinanti della terra nelle occasioni più mondane e speciali che si possa immaginare.

Il designer in chief di Christian Dior, invece, resta sempre piuttosto compassato, non si lascia andare mai, come avrebbe fatto il suo illustre e sempre rimpianto predecessore, o, peggio, questo è il massimo dell’alta moda che Raf Simon riesce a concepire. Una serie di capi eleganti pensati, però, come sembrano suggerire le linee orientaleggianti di certi sari e le gonne pareo, per una donna non europea, che ama viaggiare e, soprattutto, ama il lusso, ma non lo sfarzo.

L’alta moda di Christian Dior, quindi, è piuttosto fatta di dettagli, con colli di pelliccia che decorano trench dalla linea austera e giochi di asimmetrie. Notevole la tricot-couture esibita in capi in maglia multicolor lavorata come fosse decorata da tante gigantesche borchie e spuntoni  ton sur ton. Se molteplici sono i riferimenti  a un gusto etno-chic, con particolari quasi tribali ripresi dai costumi di principesse africane, altrettanto evidente, come sempre in Raf Simon, è la riproposizione dei grandi classici della maison, come la T-bar, la giacca con il punto vita strizzato su gonne longuette vivacizzate da pannelli di stoffa trasparente. Must have assoluto tra gli accessori sono i guanti, da indossare di giorno e, soprattutto la sera: lunghi fino al gomito, stretti, come una seconda pelle, regalano subito un’allure da diva.

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