Parigi Fashion Week 2013: le più belle sfilate della terza giornata

Continuano con grande successo di pubblico, stampa e buyers le sfilate della Parigi Fashion Week che hanno visto ieri in passerella sfilare grandi nomi come Emanuel Ungaro, Giambattista Valli, Givenchy, Stella McCartney e Saint Laurent. Vale davvero la pena iniziare con Emanuel Ungaro, griffe in questi anni in lento declino che, certamente, ricaverà nuova linfa e un sicuro rilancio internazionale grazie a Fausto Puglisi, suo nuovo direttore creativo.

Lo stilista, già noto per i suoi abiti assolutamente eccessivi, strabordanti e pieni di incredibili decori, spesso ispirati all’age d’or della maison Versace degli anni Novanta quando era ancora in vita il grande Gianni Versace, ha disegnato per Emanuel Ungaro una collezione visivamente straordinaria. Combinando con audacia fantasie contrastanti come l’animalier e il pois, è riuscito ad ottenere capi di grande effetto e, nonostante l’allure decisamente strong, di grande classe ed eleganza. Dall’archivio di Emanuel Ungaro, Fausto Puglisi ha pescato a piene mani per le incredibili fantasie floreali che caratterizzavano lo stile della maison, nonché le spalle e i polsini importanti di minidress da jet setter, seducente e romantica. In passerella un autentico tripudio di colori tra abiti asimmetrici dalla silhouette fasciante decorati con applicazioni di farfalle e orchidee dorate, chemisier di grande impatto visivo, pantaloni dalla linea fluttuante e un’idea di femminilità fresca e rinnovata che sfida tutti i codici visivi e riporta la maison Emanuel Ungaro ai fasti di un tempo.

Altrettanto eclettica e preziosa è stata la collezione di un altro stilista italiano, Giambattista Valli, che ha regalato una serie di outfit preziosi, quasi couture, con colori intensi e silhouette avvolgenti. Particolarmente riusciti gli incantevoli caban con ricami sfolgoranti, i parka oversize con l’interno di visone e gli abiti dall’allure classy con lussuosi inserti di pelliccia usata sia come bustier che come cintura per segnare il punto vita. Anche i colori sono bon chic bon genre, come il bianco, il nero, l’oro e il rosso, con l’unica eccezione di qualche elegante fantasia floreale e dettagli di luminose paillettes per la sera. Anche Givenchy ha tirato fuori gli artigli ieri in passerella e, guidata dalla creatività di Riccardo Tisci, haproposto una collezione che combina felicemente due mood a prima vista inconciliabili, quello gipsy, così libero e colorato, e quello vittoriano, composto e austero. Il risultato è un moderno street style cosmopolita con maxi felpe, anche traforate e dall’aspetto volutamente consunto, o persino con la stampa del cerbiatto Bambi, da indossare con incantevoli gonne effetto see through o su lunghi abiti in tulle e biker jacket trasformate in sinuosi bustier.

Concludiamo questo report in decrescendo: da Stella Mccartney e Saint Laurent, infatti, si è visto pochissimo lusso e, soprattutto, pochissimo glamour e appeal visivo. Passi per la stilista londinese, cultrici del minimalismo chic, ma dalla maison Yves Saint Laurent, che oggi, per volontà del nuovo direttore creativo, Hedi Slimane, si chiama semplicemente Saint Laurent e ha il suo quartier generale non più a Parigi, ma a Los Angeles, ci si aspetta sempre qualcosa di speciale e tres parisienne. Ma le attese questa volta sono andate assolutamente deluse, con una serie di look di poco appeal con una serie anonima e dimenticabile di abitini tartan o in fantasia floreale, banali minidress neri con maniche in tulle e pizzo e nude look gratuiti e poco eleganti. Si salvano dalla debacle di una collezione non sense solo i capispalla come gli eleganti e sensuali trench in pelle nera dalla linea avvitata e lunghi oltre il ginocchio e le romantiche cappe da sera decorate con decine e decine di piccole ruches.

Stella McCartney rilegge, infine, nel suo stile, e non senza una certa grazia, i capi cult del guardaroba maschile dimostrando la loro versatilità senza tempo. Interessanti gli ampi cappotti dai volumi importanti in pieno stile anni Ottanta, comfy e cocoon, quasi fossero un’ampia vestaglia in cui avvolgersi. Il gessato è il tessuto dell’anno per la stilista inglese e lo ripropone ovunque sia in accattivanti minidress che in giubbotti imbottiti e tailleur dalle spalle enfatizzate e gonne godet. Le polo si trasformano in abiti con leziosi inserti di pizzo, mentre i pantaloni mantengono una linea assolutamente slim e slanciata.

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