Project Runway Italia prima edizione, intervista a Salvo Presti

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Si è conclusa la prima edizione italiana del celebre talent show dedicato alla moda: Project Runway. Andato in onda da fine febbraio a fine aprile, condotto da Eva Herzigova nei panni di Heidi Klum (storica presentatrice dell’edizione USA) ha visto sfidarsi 12 concorrenti a suon di bozzetti, creazioni e modelli. Tra i più divertenti e talentuosi del programma, spiccava certamente Salvo Presti, stilista catanese. Lo abbiamo intervistato per voi!

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Ciao Salvo, complimenti per la tua partecipazione a Project Runway Italia. Hai vinto la prima sfida del talent e ti sei presentato benissimo al pubblico italiano. Com’è stato confrontarsi con fashion designer emergenti così diversi da te? Ognuno di voi affronta le sfide proposte in maniera estremamente diversa, riuscite comunque ad andare d’accordo?

Io penso che il confronto sia una grande forma di crescita e confrontarmi con i concorrenti di Project Runway Italia, è stato per me, una full immersion all’interno di undici personalità, l’una diversa dall’altra. Ovviamente in una situazione di convivenza forzata ti leghi maggiormente a persone con cui trovi una spontanea affinità elettiva.

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Con quale degli altri concorrenti hai instaurato un rapporto migliore? E con chi, invece, hai sentito una maggiore affinità creativa?

Nel mio caso “rapporto migliore” e “affinità creativa” coincidono. Le persone con cui ho legato maggiormente all’interno del programma risultano le stesse di cui ho una grande stima artistica.

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Parlando di te invece cosa puoi dirci? Hai nuovi progetti in cantiere?

Di me potrei dire mille e mille e ancora mille cose, ma rischierei di annoiare i vostri lettori. Per quanto riguarda nuovi progetti bhe si, qualcosa di importante bolle in pentola, ma racconterò tutto a tempo debito. Parola d’ordine? Fingers crossed!

Un consiglio moda donna per le nostre lettrici in vista dell’estate 2014?

Alle lettrici di Modalizer mi permetto di dare lo stesso suggerimento che do sempre alle clienti che incontro in atelier: colore, colore e poi ancora colore.

Courtesy of Salvo Presti