Dolce & Gabbana, boicottati dalla Cina per gli spot sessisti

Tira una brutta aria in casa Dolce & Gabbana boicottati in Cina: da un momento all’altro tutti i prodotti della griffe italiana sono spariti dalle piattaforme di e-commerce fin dalla tarda serata di ieri come riporta il sito jinronghu.com. 

dolce e gabbana

Il boicottaggio è scattato nella stessa giornata in cui è scoppiato lo scandalo e le polemiche sui video “razzisti e sessisti” attribuiti alla maison e già ieri era saltata la sfilata evento di Dolce &Gabbana all’Expo Centre di Shanghai. 

Travolti dalle polemiche gli stilisti non hanno potuto fare altro che cancellare la sfilata e poche ore dopo i tre colossi del settore cinesi dell’ e commerce, Tmall, JD.com e Suning, quelli cross-border NetEase Kaola e Ymatou, e compagnie del luxury e-commerce come Secoo e Vip.com, e yhd.com hanno eliminato i prodotti della griffe italiana dalle loro piattaforme. 

Stefano Gabbana ha denunciato un hackeraggio sul suo profilo Instagram che riportava la Cina come “una mafia maleodorante, sporca e ignorante”: lo stilista spiega che il account è stato violato. 

Ciò che è accaduto oggi è davvero spiacevole, non solo per noi, ma per tutti coloro che hanno lavorato notte e giorno per dar vita a questo progetto. Il nostro sogno era quello di realizzare a Shanghai un evento che fosse un tributo alla Cina, che raccontasse la nostra storia e la nostra visione. 

Hanno scritto gli stilisti sui social a ridosso dell’annullamento della sfilata: un giro d0affari non indifferente quello della Cina per Dolce&Gabbana che possiedono 25 punti vendita nel Paese e che rappresenta quasi un terzo che il gruppo registra a livello mondiale.  

Le polemiche che hanno causato il boicottaggio di ieri, erano partire qualche giorno fa: il 17 novembre la griffe postato una nuova campagna social per far parlare della sfilata. 

Ma la campagna è stata subito tacciata di sessismo e razzismo. Tre gli spot incriminati con gli hashtag DGLovesChina e DGTheGreatShow: protagonista, una giovane donna cinese (di Dolce&Gabbana vestita) che mangia alcuni piatti della cucina italiana, pizza, spaghetti e cannolo, con le tradizionali bacchette mentre una voce maschile fuori campo, di fronte ai suoi tentativi impacciati le fornisce una serie di consigli su come comportarsi.

Se la campagna è stata accusata di essere da subito razzista a causa della scelta della modella scelta con gli occhi piccoli e un sorriso semplice che ironizza sullo stereotipo del modo di comunicazione dei cinesi, a peggiorare la situazione è la voce maschile con i doppi sensi rivolti alla ragazza mentre tenta di mangiare un cannolo. “È troppo grande per te?”, chiede con tono ironico la voce maschile. L’affondo sessista è servito e il boicottaggio contro la griffe italiana da parte dei cinesi, anche. 

 

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