L’estate jungle fever di A-lab Milano, tra verde lussureggiante e minidress scultorei

a-lab milano primavera estate 2012

A-lab Milano è un brand giovane nato nell’ottobre del 2006 che, fin dai suoi primissimi esordi, ha cercato di infondere nelle sue collezioni un tocco di milanesità che contrasta con la globalizzazione imperante. Ogni città ha il suo mood e la sua atmosfera e troviamo davvero molto bello che due giovani designer abbiano deciso di omaggiare Milano fin dal loro nome, A-lab Milano, un logo che è una vera e propria dichiarazione di intenti.

Tutto nasce, si sviluppa, si realizza e si presenta a Milano, la capitale della moda. Una sorta di made in Milan molto poetico, un omaggio pari a quelli cinematografici dedicati da Woody Allen alla sua Manhattan, prima che la deriva europea lo travolgesse in un inarrestabile tour europeo tra barcellona, Parigi e adesso Roma…Comunque è proprio la ‘milanesità‘  la cifra stilistica di questo brand innovativo che ha sempre puntato tutto sulla ricerca e sulla contaminazione, in particolare tra arte e moda, generando suggestive creazioni sospese tra questi due universi.


Nato da un’idea di Alessandro Biasi e Simone Costa, che ne sono le due anime creative, A-lab Milano piace molto per le sue proposte innovative e superglam e dopo l’ultima collezione autunno-inverno 2011/2012 dal nome “A-lchimia” eccoli tentare di bissare le ottime critiche con il lancio in esclusiva dell’immagine regina della nuova campagna di A-lab Milano per la prossima stagione primavera-estate 2012.

In Biasi e Costa, come si può vedere in questo meraviglioso scatto camaleontico e trompe l’oleil realizzato da Sergio Valente, arte e moda continuano a interfacciarsi specchiandosi l’una nell’altra. Il risultato di questo labirinto lussureggiante forse non sarà molto milanese, ma ha un notevole appeal perché completamente focalizzato sul fascino del jungle fever che d’estate più che mai torna sempre a farsi sentire.

L’allure potente e titanica di moderne amazzoni, vestite quasi in maniera primitiva, con minidress tagliuzzati al laser e sfrangiati sui bordi, ci racconta di un mondo lontano, fatto di creature che dominano la Natura. Difficile immaginare chi potrà indossare questi capi: sicuramente chi ha un fisico scultoreo. Ma la vera domanda è: per andare dove? In Amazzonia forse?