MICAM 2013: flash mob a Milano contro la contraffazione

Da ieri fino al 6 marzo si sta tenendo a Milano il MICAM, il famoso salone internazionale deicato al mondo delle calzature che quest’anno accoglie ben 1.538 aziende espositrici, tutte con i loro modelli da resentare in esclusiva e da tutelare dal rischio di contraffazione. Per questo motivo, in Piazza Duomo a Milano, al grido di “No alla contraffazione. I love Italian Shoes” tanti ragazzi armati di ombrelli bianchi, rossi e verdi, hanno organizzato un flash mob, disponendosi tutti insieme al centro della piazza per formare un tricolore e difendere così l’orgoglio della grande tradizione artigianale italiana.

Un’iniziativa importante e necessaria a fronte di dati sempre più preoccupanti che parlano di una vera cultura del falso che si è diffusa capillarmente in tutti i ceti sociali, non solo in quelli meno abbienti. Diventa così fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su un qualcosa che, se nell’immediato non sembra nemmeno un reato, anzi qualcosa di giustificabile dato il prezzo importante dell’originale, così alto da essere percepito al pari di un’estorsione, trattandosi, in fondo, solo di un paio di scarpe, nel lungo periodo non solo si corre il rischio di star acquistando qualcosa di potenzialmente tossico per i nostri piedi, perché realizzato con pellame di scarsa qualità sottoposto a conciatura chimica senza alcun rispetto deiparametri sanitari, ma si mettono sul lastrico migliaia di famiglie.

Sono tanti, infatti, i partecipanti alla realizzazione di una creazione esclusiva, dal designer a chi concia e intaglia le pelli, a chi assembla i pezzi, a chi ne cura il packaging, a chi spetta fare marketing intelligente perchè la stampa parli di una nuova creazione. Tutte queste persone, e certamente ne abbiamo dimenticate molte nella lista, hanno tutte famiglia e cercano di vivere decorosamente con il loro stipendio. Nessuno di noi è un’isola, come tante tessere del domino siamo gli uni collegati agli altri e, acquistando una copia, alla fine, come un boomerang il mancato introito di un’azienda finirà col riflettersi sull’economia reale con l’accentuarsi della crisi economica e posti di lavoro che svaniscono nel nulla.

Se non ci si può permettere l’originale per orgoglio, dignità e rispetto del lavoro della gente non si dovrebbe mai acquistare una copia. Anche perché, chi lo fa, sa di indossare nient’altro che un falso e inconsciamente non prova alcun piacere nell’indossare delle copie cheap perché il solo unico scopo è raggirare gli altri, illudendoli e illudendosi di potersi permettere accessori costosi. Non è davvero una bella sensazione e, se poi ci si aggiunge un senso di colpevolezza per aver defraudato del proprio legittimo guadagno tutta una filiera che vive di lavoro duro e onesto, non si può che convenire che tutto ciò che è falso porta con sé come un kharma negativo.

Noi non siamo ciò che indossiamo e una vera fashionista sa far tesoro anche di un paio di scarpe economico perchè l’aver talento e intuizione in materia di moda lo si dimostra non facendo pubblicità gratuita ai grandi brand, trasformandosi in manichini ambulanti con indosso le loro creazioni (e senza neanche essere pagati…), ma nel saper scegliere e fare gli abbinamenti giusti, avendo, al contempo, a posto anche la coscienza.

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