Paris Hilton: ancora guai in vista

Altri guai in vista per la bella ereditiera Paris Hilton. Dopo essere stata fermata e subito rilasciata in Sud Africa e in Corsica per il possesso di marijuana potrebbe costarle caro aver indossato le extension sbagliate. I fatti risalgono al 2007 quando Paris era legata con un contratto in esclusiva con la ditta produttrice di extension per capelli. In una delle sue apparizioni pubbliche avrebbe però indossato quelle di un’azienda rivale.

La Hairtech International ha così citato in giudizio Paris Hilton per violazione dei termini contrattuali richiedendo un risarcimento record di 35 milioni di dollari. In una nota l’azienda lamenta inoltre la “pubblica dissolutezza” additandole un danno economico da 6,6 milioni di euro imputabili al periodo in cui Paris Hilton stava scontando 23 giorni in carcere per aver guidato senza patente. Secondo Hairtech International una clausa nel contratto le imponeva di rispettare la legge.

Le richieste non sono del tutto campate in aria e gravano su Paris in quanto alla festa lancio delle extension della Hairtech Internation Paris era detenuta in carcere.

La somma della richiesta di risarcimento è stata calcolata moltiplicando x10 il compenso spettante a Paris Hilton che ammontava a 3,5 milioni di dollari.

Non è la prima volta che Paris si trova citata in giudizio per aver violato dei vincoli contrattuali. E’ successo nel 2008 che i produttori del film Pledge This! le hanno attribuito il fiasco clamoroso della pellicola costata oltre 8 milioni di dollari e incassandone poco meno di 3. Su questa vicenda le accuse mosse sono di non aver pubblicizzato il lancio del film come da contratto. Passò quasi inosservato e fu proiettato in soli 25 sale cinematrografiche di tutto il mondo.

E’ evidente che le aziende non si fanno scrupoli a puntare sui suoi ricchi guadagni contestandole tutto il possibile, ma è anche vero, qualora dovesse essere accertato che la condotta incurante e la negligenza nel rispettare vincoli contrattuali sui quali percepisce profumati compensi, potrebbe costarle caro non solo dal punto anche dal punto di vista dell’immagine che potrebbe costituire un deterrente per altre aziende interessate ad avere Paris Hilton come testimonial.