Ralph Lauren, polemiche per le sue divise olimpiche made in China

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Dopo l’enorme ondata di proteste per le divise degli atleti olimpici realizzate in Cina e non Made in Usa, com’era giusto che fosse, lo stilista Ralph Lauren e il Comitato Olimpico Americano hanno annunciato ufficialmente che saranno loro a interessarsi della realizzazione delle prossime divise per i Giochi Olimpici invernali del 2014 in Russia.

Ormai per le Olimpiadi di Londra è troppo tardi per disegnare e realizzare negli Stati Uniti tute, completi, body, tshirt e tutto quanto compete ad un completo guardaroba sportivo. Gli atleti statunitensi affronteranno le loro sfide con indosso completi made in China disegnati, tra l’altro, dallo stesso stilista Ralph Lauren che ora cerca di farsi perdonare il solito peccato degli stilisti di disegnare a casa per far realizzare a basso costo all’estero dove la manodopera costa poco e soprattutto pretende poco, sia soldi che diritti e infine rivendere in patria e all’estero a prezzi esorbitanti.

I politici americani, sia repubblicani che democratici, si sono trovati d’accordo nel pensare che in un momento così difficile per l’industria tessile americana, affidare a paesi stranieri la realizzazione di qualcosa che potrebbe risollevare il settore è sinonimo di superficialità e avidità. Ralph Lauren, se non fosse scoppiata la bagarre, vivrebbe il suo momento felice come designer ufficiale delle divise degli atleti americani, invece è nel cuore della tempesta e tanti attivisti pretendevano addirittura che le magliette made in China fossero bruciate. Come si vede, la crisi economica ha creato tantissimo malumore e polemiche durissime laddove prima non esistevano. Che molti capi e accessori siano prodotti all’estero a basso costo è cosa nota, ma l’America, a differenza forse di noi, non è un Paese che resta a guardare.

Certamente ci saranno ripercussioni nel settore per chi continuerà a delocalizzare, togliendo il lavoro agli americani, travolti da una crisi senza precedenti, per darla a gente di altre nazioni. Gli Stati Uniti sono molto nazionalisti e probabilmente nessuno o pochissimi acquisteranno poi i capi delle divise olimpiche made in China firmate Ralph Lauren. Siamo, inoltre, in periodo di elezioni ed è anche sul campo fashion che si deciderà chi sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti: chi si arrende alla globalizzazione e affama la sua gente o chi sa pretendere dai designer americani, dando gli opportuni sgravi fiscali, che ciò che è americano agli occhi del mondo lo sia davvero in tutti i sensi, sia nel design che nella produzione.