Scandalo a Zara: 15 lavoratori in condizione di sfruttamento

zara brasile sfruttamentoLo scandalo di Zara immediatamente si è riversato sulla bocca di tutti. Sono stati trovati cinque lavoratori, quattro boliviani e uno peruviano, in una situazione di estremo sfruttamento, in alcuni locali al nord della città di San Paolo al servizio di un distribuitore di Zara. La notizia scandalosa è stata immediatamente pubblicata da ABC e il Ministero del lavoro brasiliano ha emesso 52 infrazioni delle condizioni sul lavoro nei laboratori.

Immediatamente Zara si è tirata fuori dalla accuse con un comunicato nel quale ha dichiarato che la responsabilità dell’infrazione del Codice di comportamento, nei laboratori esterni, sarebbe dei direttori degli stessi. Un totale di 15 persone avrebbero lavorato più di 12 ore al giorno per un salario tra 156 e 290 dollari, una cifra molto al di sotto dello stipendo base. Tra le 15 persone anche una ragazza di soli 14 anni. I lavoratori erano trattati come dei veri e propri schiavi, obbligati a vivere negli stessi laboratori dove lavoravano in condizioni pietose.

I sindacati hanno richiesto al gruppo un aumento del controllo della condizione del lavoro della sua rete di distribuitori anche se Inditex è riuscito a sfuggire senza problema alle accuse. Zara, con una complicata struttura della compagnia e delle reti di distribuzione, non sarebbe in grado di controllare tutte le aziende che lavorano alla produzione pertanto non è accusabile.

Ma veramente non è possibile controllare la condizione dei lavoratori nella propria rete di distribuzione? Non è responsabilità di un gruppo grande come Inditex assicurare un comportamento eticamente corretto? Il ministerio del lavoro in tutto ha trovato 33 laboratori ai servizi del grande gruppo Inditex, tutti con condizioni di lavoro “irregolari”, veramente non c’è nulla che Zara possa fare, a parte di dichiararsi spiacente?

Le aziende contrattate dal gruppo Inditex avrebbero assunto lavoratori, in modo illegale, direttamente dalla Bolivia e dal Perù, ora i cosidetti schiavi del gruppo Zara sono stati liberati. Ma non dimentichiamoci che l’indagine è stata portata avanti come seguito dell’ispezione che, nello scorso maggio, aveva individuato più di 52 persone che lavoravano irregolarmente cucendo pantaloni con l’etichetta del Zara.