Yamamoto, collezione primavera estate 2011

Passa tra l’Ave Maria di Schubert e un assolo di Jimmy Hendrix la spiritualità di Yohji Yamamoto che a Parigi porta una collezione ricca di spunti ma con una estemporaneità che fa storcere il naso a qualcuno. Per chi si aspettava qualcosa di diverso forse non è stata una sfilata storica ma Yohji Yamamoto sa comunque stupire.

Anche se il total black proposto per la prossima stagione primavera estate 2010 non è il massimo. Anfibi, corsetti, drappeggi, tuniche, rosari allacciati alle caviglia il tema della religiosità è affrontato con un approccio quasi mariano, ma da un lato oscuro di cui ci sfugge la profonità della sua ispirazione.

Gotica, austera, originale, in linea da sempre con il brand, questo è lo stile Yamamoto che ormai neanche stupisce più di tanto. Rimane comunque un’ottima collezione, con spunti stilistici di gran pregio.

Yohji Yamamoto :

Lo stile è l’arte di mischiare, di mettere in valore e di governare esteticamente ciò che uno ama. Per quel che mi riguarda, mi piace associare allo chic dei creatori quel che vado trovando al mercato delle Pulci. Scegliere è la nostra ultima libertà. Indossare gli abiti di certi stilisti è come cambiare vita. Quando qualcuno mi dice: “Yohji, desidero portare i tuoi vestiti”, gli rispondo: “Attento, non fidarti. Non è così semplice”.