Dilemma borse: copia di lusso o marca anonima?

Un borsa di Chanel, Dior o LV è un sogno un po’ per tutte, ma quando non possiamo permettercela che facciamo? Per qualcuna il desiderio di averla è così grande che, pur di entrarne in possesso, tira fuori la carta di credito e la paga durante mesi come fosse una macchina. Orgogliosissima  di sfoggiare la borsa firmata non se la leva neanche per andare in bagno, convinta che avendo la borsa griffata è improvvisamente diventata alla moda, non consapevole che indossare un capo in completa disarmonia con la persona è di pessimo gusto. Se non puoi permettertela non puoi e basta!

Per tutte le altre il dilemma, siamo così attaccate alla marca che preferiamo la copia piuttosto che optare per una marca di secondo livello? E se fosse la copia sarebbe una di quelle che vendono per strada con prezzi sui massimo 50€ o una copia di lusso fatta bene da 200/300€ che si potrebbe confondere con un originale?

Eco-friendly, la moda del senso di colpa

L’eco fashion è di moda, è generalmente ben visto e contribuisce positivamente ad una buona immagine del brand. Così, improvvisamente, tutte le marche lanciano una collezione o una parte della stessa realizzata con materiali e lavorazione che rispetta l’ambiente.

Lo stesso effetto ha provocato la ricorrenza dei 150 anni di Italia che ha fatto scatenare un patriottismo improvviso in tutte le case di moda, piccole o grandi che fossero, che hanno voluto dimostrare le loro radici e i loro legami con Italia con capi in onore alla bandiera italiana. Che fosse una disperata azione per vendere più che un sentimento di appartenenza era evidente! Per essere una marca moderna e al passo con i tempi già non è più sufficiente disporre di uno store online, l’e-commerce è oramai cosa vecchia, si devono poter creare outfit e poterli condividere sui social media e, ovviamente, si deve avere un’applicazione i-phone. É così che tutti sono alla ultima e dispongono di un’app iphone, sebbene il 90% della clientela non disponga di questo tipo di telefono e tutti sono diventati sensibili al medio ambiente.

Kate Middleton formato Barbie, bambole da collezionismo o esibizionismo?

Sembra che anche Kate Middleton, la ragazza più invidiata da tutte le anglosassoni per essersi accaparrata un buon partito, avrà presto una bambola fatta a sua immagine e somiglianza. Una bambola per collezionisti che assomiglia ad una barbie, ma ovviamente ha i capelli castani ed indossa un vestitino blu; la miniatura dell’abito che Kate indossava nel giorno in cui è stato annunciato ufficialmente il suo fidanzamento con il Principe William d’Inghilterra

Ovviamente questa non è la prima volta che viene realizzata una bambola a somiglianza di un personaggio famoso. Quella di  Karl Lagerfeld, per esempio, fu realizzata da Tokidoki in una produzione limitata di 1000 unitá, ciascuna venduta a 129 euro.  La barbie principesca costerá invece 195 dollari.

Madonna fa vergognare la figlia alla festa di Vanity Fair

Dopo la notte degli Oscar, il galà più conosciuto al mondo durante il quale le celebrities hanno sfoggiato i loro discutibili outfit, è stata la volta della festa di Vanity Fair, alla quale Madonna ha assistito come anfitriona, accompagnata dalla primogenita Lourdes.

La storica regina del pop indossava per l’occasione un vestito che poco lasciava all’immaginazione. La star era praticamente in mutande, coperta da un velo di pizzo nero, forse inizialmente pensato per un gioco vedo non vedo poi perso dallo spacco inguinale. Nonostante la splendida forma, Madonna è arrivata anche ad una età nella quale dovrebbe scegliere i suoi abiti cercando di orientarsi al buon gusto e considerando che i 20 sono oramai passati da un bel pezzo. Durante la festa, sembra che chi abbia provato più vergogna tra tutti i partecipanti sia stata proprio sua figlia Lourdes, che indossava un miniabito che le si giustifica perfettamente considerata la giovane età.

Oscar 2011. Il Red Carpet ha perso di stile?

Banner-Post-500x300Ogni anno la notte degli Oscar è attesa da tutti noi più che per vedere chi vincerà un premio o l’altro, cosa che interessa più che altro agli esperti del settore, per sentenziare le scelte stilistiche delle varie star che attraversano il red carpet. Natalie Portman, vincitrice del premio come miglior attrice,  ha sostituito all’ultimo momento l’abito di Galliano, visto lo scandalo, con un Rodarte di seta viola. L’attrice, nonostante fosse un po’ gonfietta – del resto è incinta e glielo dobbiamo concedere – è riuscita ad essere abbastanza elegante anche se, essendo stata la star della serata, un po’ più di glamour ci sarebbe stato bene.

Che gli spagnoli non si distinguano per lo stile è noto e la scelta di Penelope Cruz per la notte degli Oscar lo ha confermato. Pe con un vestito rosso attillato e fiammeggiante di L’Wren Scott è al top della lista delle peggio vestite dell’edizione. Si cerca di giustificare l’abito fasciante dal desiderio dell’attrice di dimostrare al mondo che, nonostante l’età, si è subito rimessa in forma dopo il parto, cosa che, se realmente fosse vera, solo dimostrerebbe che il vestito non se lo poteva permettere neanche prima di rimanere incinta.

Le schiave dell’estetica digitale

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Non è una novità, non c’è una copertina di una rivista o un qualsiasi servizio fotografico, sebbene non di alta qualità, che non passi per la fase del ritocco in photoshop. Aggiustare qualche piccolo difetto va bene ma perché voler sembrare quello che non si è? L’originale e la foto “photoshoppata” della campagna pubblicitaria di Madonna fecero scandalo, le originali erano tremende, del resto per quanto sia, o sia stata, la regina  del pop oramai anche lei ha i suoi anni, anche la molto più giovane, in pessima situazione fisica, Britney Spears è una di quelle che se la vediamo senza un pesante fotoritocco è perché sono scatti dei paparazzi nelle sue penose apparizioni in pubblico.

Ma perché ostinarsi sopratutto quando non si ha più 20 anni a voler sembrare qualcosa che naturalmente non si può essere? Anche le cosiddette belle veramente come Demi Moore, famosa per il suo corpo scultoreo, non si accontentano e riducono e ampliano forme secondo i nuovi canoni estetici dell’era digitale.

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Le perle di Viktor: Le fashion blogger non conoscono il dress code? Low style nella NYFW

Banner-Post-500x300Solo qualche giorno fa, in concomitanza con l’inizio della New York Fashion Week,  un articolo di Franca Sozzani sul dress code da sfilata, l’interrogativo se per assistere a un evento così importante ci fosse un etichetta da dover seguire, vestirsi eleganti o trendy?

E poi la triste conclusione la maggior parte delle giovani assistenti, e non solo le più giovani, per il rischio di non passare inosservate hanno optato per lasciare il buon gusto a casa e proporre inaspettati abbinamenti. Se la stravaganza é stata fonte di successo per Lady Gaga questo non vuol dire che tutte si possono mettere quello gli passa per la testa. La Sozzani proponeva come soluzione perfetta un outfit elegante adeguato all’evento ma con personalità senza sembrare il manichino di una vetrina. Il riferimento alla chiacchierata fashion blogger, tanto amata dalle giovani italiane appassionate di moda, Chiara Ferragni sarà stato casuale?

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