CovherLab by Marco Grisolia: collezione a/i 2011 2012

Oggi andiamo alla scoperta di uno dei talenti della moda italiana che ripone in Marco Grisolia una delle speranze per il fashionism di domani. Influenze per nulla dettate dai bisogni della massa hanno in se uno spirito puro e alternativo. S’ispira alla fotografia di Brooke Shaden e Frederic Fontenoy, artisti a tratti inquietanti, ma non in modo diretto. Del primo sono noti i temi di favole oscure, del secondo il grande nudo di Metamorphose è forse l’essenza di una moda che cela corpo per creare qualcosa di nuovo.

Io azzarderei paragonare questa collezione del marchio CovherLab alle prime creazioni di Pierre Cardin negli anni ’60. Non per la rivoluzione che portò a diffondere l’alta moda tra le masse con le grandi catene d’abbigliamento, ma per una linea geometrica che sembra avvolte ignorare le forme femminile per donare ai capi delle forme retrò che a me sono apparse d’ispirazione futurista ma che lo stilista presenta come di “primitivismo scarno, di matrice quasi picassiana, che predilige la linea pura ed un decorativismo quasi funzionale”.

Primitismo che si ritrova attraverso la plastica totemica dei culti sciamanici nelle proporzioni asciutte e  rievoca l’arte fittile delle Veneri preistoriche di Willendorf, Vestonice o Laugerie-Basse attraverso cappotti voluminosi, dal fondo asimmetrico, trattenuti da cinturini stretti in vita o nel gilet cocoon in lana spigata montato internamente in doppio strato per accentuarne lo sviluppo volumetrico da cui generare comode maxi tasche laterali.