Foto del Libro di Prada, storia di uno stile

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La grande Miuccia Prada parla del libro rilegato di nero, distribuito dalla Feltrinelli, di 703 pagine sulla rivista Io Donna. La stilista e Patrizio Bertelli, scrivono così nella breve introduzione firmata da entrambi:

«un impegno costante nel mondo delle idee e dell’innovazione. L’osservazione e la curiosità nei confronti del mondo, della società e della cultura sono sempre state alla base della creatività e della modernità di Prada: questo ci ha spinto oltre i confini delle boutique e degli showroom, portandoci a interagire con realtà diverse, apparentemente lontane, e a introdurre così naturalmente, quasi inconsciamente, un nuovo modo di fare moda».

In questo volume che viene analizzato il marchio, fondato nel 1913 da Mario Prada, nonno della stilista che aprì un negozio nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.

Miuccia sottolinea:

«La vita non è semplice. Noi siamo complessi. Perché la moda dovrebbe essere semplice?»

Tante fotografie in bianco e nero che raccontano come Miuccia, laureata in Scienze Politiche, scuola di mimo al Piccolo, decise di punto in bianco di occuparsi dell’azienda di famiglia e renderla potente.

Attraverso documentazione fatta da foto delle sfilate e materiali sofisticati che utilizza in ogni collezione Prada ci racconta la storia, dopo che per anni si è sentita colpevole di aver dedicato la sua vita ad una cosa frivola come la moda, poi dice lei:

«Poi ho scoperto che vestirsi ha un significato che va oltre il marchio».

«Cerco sempre di andare oltre il conosciuto per capire meglio le donne e la società». Cosa che si nota nelle campagne pubblicitarie.

Le fotografie di Glen Luchford autunno inverno 1996 fino alla primavera estate del ’98, quelle in cui Amber Valletta vaga per stanze vuote con luce subacquea, come se si sentisse osservata, apre un capitolo nuovo.
È questo che sta succedendo?

«Sono gli altri a poterlo intuire, non io» osserva con la consueta franchezza Miuccia Prada. «Ma io, è vero, sto cercando di essere più tollerante».

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