Giada Curti trionfa sotto le stelle di AltaRoma

giada curti altaroma luglio 2011

A bordo della sua Bugatti verde, libera di essere “divina”. È il tributo a Tamara De Lempicka quello della stilista Giada Curti per la sua nuova collezione di alta moda per il prossimo autunno/inverno 2011/12. Ma è stato, soprattutto, un omaggio alla Capitale, poiché per la sfilata inserita nel calendario ufficiale di AltaRoma  di ieri sera è stata scelta la romantica scala barocca di Rampa Mignanelli, sulla quale si affaccia l’Atelier Giada Curti, recentemente inaugurato.

Per un attimo è sembrato di rivivere il glam di “Donna sotto le Stelle”. La giovane stilista romana ha rievocato l’affascinante premiere dame degli anni ’30 dallo sguardo altezzoso che personifica una femminilità d’avanguardia, apolide protagonista della mondanità, erotica e spirituale al contempo, enigmatica fino al punto di sembrare ambigua, modello irraggiungibile di bellezza e aristocrazia.


In passerella una collezione ispirata dalla visita alla grande esposizione delle opere della “pittrice del moderno” presso il Museo del Vittoriano. Giada Curti re-inventa, così, lo stile Art Decò per il corpo femminile: plasma satin, douchesse e organza in technicolor nelle nuance del verde salvia, marrone cacao e del caldo viola alessandrite.

Venti abiti da grande soirée con sovrapposizioni di tulle ricamati con pizzi francesi, intarsi di crine e rouche, drappeggi couture, nuovi volumi, tagli diversi per silhouette sofisticate dalle trasparenze seducenti.

Charme provocatorio grazie a décolleté che inquadrano il viso, imponenti panneggi in tulle che danno l’illusione di un corpo fluttuante. Predomina il nero – lucido e opaco – elegante, superbo, impreziosito da ricami in swarovski e pietre dure. Una collezione autunno/inverno per moderne regine dalle labbra rosso profondo come le donne amate dalla stravagante protagonista della mondanità europea, interpreti di un glamour algido e perfetto, incontaminate dalla realtà, irraggiungibili.

Quasi prossima ad una seconda emancipazione femminile, la sposa di Giada Curti manifesta la voglia d’indipendenza e il rifiuto di ogni cliché, ma recupera la tradizione del pizzo bianco avorio. Davvero una splendida collezione.