Kate Moss è il nuovo volto di Givenchy

Kate Moss, dopo essere stata scelta come testimonial dalla maison Versace e dalla griffe deluxe di calzature Stuart Weitzman per le loro campagne stampa p/e 2013, è ufficialmente anche il nuovo volto della maison Givenchy che l’ha voluta non solo come volto, ma soprattutto come interprete del mood della sua nuova collezione estiva.

Viene quasi da chiedersi se la top model britannica nella sua carriera avrà mai sentito pronunciare l’espressione “viale del tramonto”? E chissà cosa pensa quando lei, classe ’74, quindi sulla soglia dei fatidici “anta” non solo scavalca impietosamente negli adv fantomatiche giovani promesse che non hanno un decimo della sua allure, ma incontra qualche sua collega dei “bei tempi che furono”, regina come lei delle passerelle degli anni Novanta, ben vent’anni fa, il cui telefono, dopo essere impazzito per anni, adesso non suona più o al limite è testimonial di qualche crema antirughe.

Una sola volta Kate Moss rischiò che la sua carriera fosse bruscamente interrotta per via di un video che la ritraeva sniffare cocaina, da cui il soprannome “Co-kate”. Tante griffe con cui già aveva firmato per importanti campagne stampe e sfilate la licenziarono in tronco e l’unico ad aiutarla, facendola rientrare subito nel giro che conta fu Roberto Cavalli, un uomo troppo buono o un businessman così smart da saper cavalcare l’onda di uno scandalo che aveva letteralmente invaso i tabloid? In ogni caso, da allora Kate Moss non si è più fermata.

Anche Givenchy ha ceduto al suo fascino maudit che la pone al di sopra di tutte le altre top model. Ritratta in un elegante bianco e nero, con il volto coperto da grandi occhiali da sole con lenti scure, i capelli biondi e ondulati e con indosso un abitino in pelle con deliziosi giochi di volants, Kate Moss è la nuova icona della maison di cui rappresenta l’anima più trasgressiva e seducente. D’altronde la modella ha avuto una vita decisamente intensa e rock’n’roll diventando subito, fin da ragazzina, con quel suo corpo così skinny per gli standard di quegli anni, simbolo dell’anoressia nel mondo della moda grazie ai tanti servizi su Vogue Italia ad opera di Steven Meisel che metteva in evidenza proprio questa caratteristica, cercando pericolosamente di imporla come icona di un nuovo canone di bellezza. A ciò seguì a ruota l’accusa nel 1995 di pedofilia per la campagna stampa del profumo “Obsession” di Calvin Klein per cui posò seminuda con quel suo corpo acerbo, quasi adolescenziale nonostante i 20 anni già compiuti.

Risultato? L’adv del profumo fu ritirato a furor di popolo, non prima, ovviamente, di trasformarsi in un’enorme pubblicità per la modella inglese che da allora assurse al rango di top model, in quel magnifico dream team di bellezze indimenticabili che aveva in Gianni Versace il suo gran sacerdote. Se Kate Moss è un’icona della moda, Noemi Campbell, giusto per citare un’altra favolosa bellezza degli anni Novanta, è una diva ed è ancora famosa per varie vicende, ma solo Kate Moss è diventata larger than life.