L’illusione della moda etica: i killer jeans

viktor perlaDopo proteste e critiche sembra che la campagna “Abiti Puliti” sia riuscita ad ottenere dei risultati. Da tempo l’organizzazione è in lotta per la causa Killer Jeans affinchè le case di moda che producono denim abbandonino la realizzazione del processo di sabbiatura o sandblasting.

Una campagna internazionale che, rendendo pubblica la realtà dei fatti, perchè ovviamente i brand finora hanno ben saputo nascondere il carattere nocivo del processo, è riuscita in un anno dal suo lancio a far rivedere a molte marche i processi di sabbiatura dei propri jeans. Del resto quale brand vorrebbe essere nella lista nera di una campagna internazionalmente conosciuta?

Tra i marchi che hanno utilizzato per anni e anni questo processo che nuoce gravemente alla salute dei lavoratori ci sono nomi di grandi firme come Armani, Burberry, Gucci, e Versace, alcuni brand storici nel mondo della jeanseria come Levi-Strauss & Co, Carrera Jeans, Pepe Jeans e Replay e tanti altri nomi come Benetton, H&M e Mango. La lista è infinita e ci sono alcune marche famose, come Dolce & Gabbana e Roberto Cavalli, che continuano a rifiutare il confronto con gli standard di Abiti Puliti, qualcosa da nascondere? Con un comunicato ufficiale il gruppo Roberto Cavalli ha dichiarato di non utilizzare più il processo di sandblasting, allora perchè non confrontarsi con gli standard?

Perchè ovviamente, non basta affermare di non utlizzare il processo di sabbiatura, le marche ora sono tutte eco-friendly ma alla fine nascondono realtà ben diverse. Uno specifico monitoraggio verifica l’adozione degli standard perchè solo così possiamo essere veramente certi dell’eticità della marca.