L’immagine femminile a Milano dal 1848 al 1914, mostra di abiti antichi a Palazzo Morando

mostra abiti antichi femminili palazzo morando milano 2012

Siete stanchi di vedere abiti strutturati e concepiti allo stesso modo, senza sostanziali differenze e peculiarità? Al solo pensare ai lussuosi e broccati abiti dell’Ottocento e del Novecento vi ritrovate sognanti a immaginarvi dentro simili magnificenze di tessuti e linee? La mostra L’immagine femminile a Milano dal 1848 al 1914, visitabile presso Palazzo Morando di Milano dal 12 gennaio e per i prossimi sei mesi, è proprio l’esposizione che fa per voi.

Un modo insolito per festeggiare i 150 anni d’Italia e guardare alla moda attraverso un inusuale approccio storico e occhio attento ai costumi dell’epoca. Il lavoro di restauro è frutto dell’abilità di Baccarat e la selezione degli abiti è stata curata da Alessia Schiavi e Elisabetta Chiodini, che hanno avuto l’arduo compito di scegliere tra oltre 4 mila esemplari conservati nelle Raccolte storiche del Comune di Milano.

Rigidi corpetti e crinoline, scolli pieni e generosi oppure castigati; lacci che avvolgono e chiudono in modo serrato il punto vita, in modo da enfatizzarlo al massimo. Nessuno spazio alla volgarità esibita del vedo-non-vedo o dell’eccesso, ma enorme attenzione ai dettagli anche microscopici: avvicinare l’occhio a queste sublimi creazioni, tutte realizzate artigianalmente e assolutamente uniche, è una gioia per l’anima. A fronte di cuciture raffazzonate, collezioni dozzinali, materiali goffi e triviali che oggi siamo costretti a subire, questo tripudio di stoffe lussuose e corpose è un toccasana per lo spirito.

Un’esclusiva teca è dedicata agli accessori femminili tipici di questa nobile epoca: deliziosi ombrellini in pizzo e macramé proteggevano le nostre ave dal sole cocente e dai pericoli del fotoinvecchiamento. Il trend era la pelle lunare, raffinata ed elegante, distante anni luce dagli incarnati artificialmente abbronzati oggi sfortunatamente in voga. Calzature in cotone, raso, seta, sughero, legno e lino in fantasie delicatamente floreali e ventagli chic in ebano e merletto, per rinfrescarsi con grazia inarrivabile.

Nessuna di noi, ovviamente, vorrebbe vivere costretta in bustini così stretti da togliere il fiato; di certo queste gonne voluminose e pesanti non sarebbero pratiche nell’era della fretta e delle corse per prendere la metro che viviamo. Fa sognare, in ogni caso, il lavoro certosino delle maestranze eccellenti che sta dietro ogni abito esposto alla mostra: l’amore ravvisabile dietro ogni cucitura è un’emozione che un po’ si è persa nel fashion business moderno e di cui sentiamo forte la mancanza.