La minigonna compie 50 anni!

La minigonna compie 50 anni e Privalia, con un sondaggio, svela il segreto del suo successo inarrestabile nonostante l’età. Un’esperta d’eccezione fornisce inoltre il suo parere a riguardo e il risultato finale, siamo certi, vi interesserà.

minigonna

Creata a Londra nel 1965 dalla giovane stilista londinese Mary Quant, la minigonna è diventata in pochissimi mesi un fenomeno non solo nel Regno Unito ma ben presto nel resto d’Europa e del mondo. Divenuta nel tempo un capo-icona, utilizzato come simbolo di liberazione femminile, di trasgressione e di emancipazione, la minigonna continua a far parlare di sé, anche oggi, in occasione del suo 50esimo compleanno. Privalia celebra la minigonna dedicandole un sondaggio, condotto grazie alla partecipazione delle proprie clienti, donne italiane tra i 20 e 55 anni. ome può un capo degli anni ’60 essere ancora oggi un fashion trend di cui nessuno può fare a meno nel proprio guardaroba?  Cosa pensano le italiane di questo capo?

Secondo le intervistate la minigonna è sicuramente un indumento molto apprezzato dalle nostre connazionali: una su 3 rivela di averne nell’armadio almeno 3 diverse. Gran parte del campione (63%) è concorde nel ritenere che la minigonna non ha stagione essendo perfetta da indossare sia in estate che in inverno abbinata ai giusti accessori. La minigonna rappresenta principalmente femminilità e sex appeal (62%), ma non solo, è anche un capo passepartout ideale sia di giorno che di sera (20%), nella versione tinta unita (47%) o nell’immancabile tessuto jeans (40%). Ma quale calzatura valorizza al meglio questo capo? Secondo le clienti Privalia vincono gli stivali con o senza tacco (66%), seguiti da ballerine o sandali flat (32%). Mentre le sneakers sono ammesse solo per il 5% delle intervistate. La cosa più importante è che per il 98% la minigonna non passerà mai di moda, rimarrà sempre un capo iconico.

Privalia ha chiesto inoltre alle clienti chi, tra le celebrità più conosciute in Italia sa valorizzare al meglio questo storico capo d’abbigliamento. Le più votate sono Belén Rodríguez (49% delle preferenze) e Alessia Marcuzzi (35%), che si aggiudica il secondo posto grazie alle gambe longilinee. A fare concorrenza di stile alle star italiane ci sono poi le vip internazionali: la top model Kate Moss è al primo posto con il 39% dei consensi, seguita dalla formosa Jennifer Lopez con il 30% e da Beyoncé con il 15% dopo un testa a testa con Taylor Swift (12%) la quale ha assicurato per milioni di dollari le proprie gambe, perfette per la minigonna.  Le clienti Privalia sono state inoltre interrogate su chi possa essere stata, in passato, la reale madrina della minigonna, una cliente su 4 non ha dubbi: Patty Pravo. L’artista italiana è stata infatti nominata come la regina di questo indumento, fu lei infatti che negli anni ’60 al Piper di Roma fece girare la testa a molti uomini con le sue performance canore, apprezzate non solo per la sua bellissima voce ma anche per le mise audaci che ispirarono centinaia di donne dell’epoca. Con un solo punto di distacco troviamo la supermodella inglese Twiggy, un’icona senza tempo, seguita a pari punti, dall’intramontabile Raffella Carrà (22%) e dall’elegantissima Audrey Hepburne (22%) che con i suoi abitini corti è diventata una vera e propria fashio icon.

I risultati della survey sono affascinanti: ci parlano di donne – giovani e meno giovani – molto più disinibite riguardo il loro corpo rispetto agli anni ’60. Donne che oggi usano l’abbigliamento per riflettere un’ “immagine” ad hoc a seconda delle situazioni. La minigonna non ha stagioni, è un capo che per queste donne rappresenta uno strumento nella loro strategia di seduzione. Come ci dicono i dati, questo capo viene associato alla sensualità, al termine “sex appeal”. Non a caso come celebrity d’elezione viene proprio indicata la showgirl Belén Rodríguez che usa questo capo per attirare l’attenzione su uno dei suoi punti di forza, le gambe, e per creare un allure sexy che ben rappresenta il suo personaggio. Ai tempi di Mary Quant il sex appeal non era l’elemento clou della minigonna – anzi rappresentava un richiamo ad un abbigliamento infantile, comodo e spensierato, in totale contrasto con il tailleur sartoriale della donna adulta e seria” – prosegue Virginia Hill – “Dalla survey emerge un altro dato interessante, che rispecchia sicuramente i nostri giorni, il tema dell’età anagrafica. Dai risultati emerge infatti che oggi non è più una questione di età, questo indumento può essere indossato sempre. Al suo esordio, invece, la minigonna era rigorosamente per le ragazze, le signore non avrebbero mai osato metterla. Fa piacere vedere che le donne, oggi, si sentano più libere. Ad ognuna il suo look!

Questo il commento di Virginia Hill, Docente di Storia della moda e del costume presso Istituto Marangoni chiamata in causa da Privalia.