Milano Fashion Week, la linearità minimale di Max Mara

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Ne parlava qualche giorno fa Franca Sozzani: bye bye fashionistas, addio eccessi, au revoir brutture inguardabili in nome della presunta tendenza. E la Sozzani ha citato proprio la passerella Max Mara p/e 2012, portandola come esempio dicotomico al kitsch imperante spacciato per stile che ha fatto la fortuna di tante note sconosciute.

Nel contesto della Milano Fashion Week ha sfilato una collezione minimale e di raffinata sobrietà, rigorosa nelle linee e senza nessun di più che stona e irrompe ingiustificatamente. Cosa viene in mente guardando la nuova proposta del brand italiano? Semplice: elegantissimo equilibrio.

La donna Max Mara, per la bella stagione, sceglie tessuti che seguono esattamente la linea del proprio corpo, senza né insaccarlo con troppa morbidezza né tantomeno strizzarlo in aderenze  estreme: il risultato è confortevole al tatto e sexy alla vista.

Non c’è nulla che venga esageratamente svelato, ma tutta la silhouette è ben disegnata e mostrata. Le linee vanno oltre l’urban e sconfinano nel mondo del fitness e dell’atletica: accompagnano il corpo di una donna che vuole e deve muoversi, spesso di fretta, e non ha tempo né voglia per inutili fronzoli.

Praticità, versatilità e un tocco di bon ton futuristico negli spolverini dalle maniche a tre quarti con profili in pelle a contrasto e nelle  tute in jersey cotellé. Classico rivisitato nei blazer blouson ed eleganza avant-garde negli abiti tunica a volte indossati su pantaloni al ginocchio. I materiali si mescolano e il techno cotone sposa il jersey, la pelle incontra il lurex, i tessuti double abbracciano l’organza.

L’ispirazione, nelle nuances, è il deserto: l’oro cipriato shimmer, delicatissimo ma luminoso, l’ecrù, il beige e il tabacco leggero vengono a sorpresa accostati con l’acidità fluo del colore turchese e del verde menta, per dar vita ad outfits singolarmente eleganti e anticonvenzionali. Le gonne a tubino si fanno azzardate scegliendo la nappa e le piccole borchie.

Anche nei meravigliosi abiti lunghi, sfavillanti e da favola, l’elemento leather fa capolino, con accenni borchiati che ne rompono con determinazione la dimensione eterea e ne aggiungono l’elemento inatteso, sorprendente, ma così calzante e perfetto proprio perché inusuale e mai osato.

Max Mara ha colto nel segno con la sua proposta fluida, lineare e piena di luce, in questi tempi bui di crisi, incertezza e machismo femminile: nella sfilata abbiamo visto una donna di ritrovata e rinnovata consapevolezza che si muove sicura, con stile, senza esitazioni e costrizioni e senza mai nessun eccesso.