Paris Fashion Week 2012: Gareth Pugh e il fascino borderline della moda

gareth-pugh-paris-fashion-week-2012Durante la settimana del pret à portér parigino come si può non parlare di Gareth Pugh? Un designer davvero geniale, uno dei pochi che con coraggio e determinazione cammina borderline lungo il dark side della moda presentando ogni volta in passerella capolavori sartoriali che sono anche simboli onirici di un universo tormentato. Il nero è decisamente il suo colore, come ha dimostrato anche durante l’ultima collezione autunno/inverno 2012-2013 presentata ieri durante la Paris Fashion Week che si sta tenendo in questi giorni nella capitale francese.

Nero come nightmare, nero come l’inchiostro, nero di donne valchirie, creature sublimi che non appartengono a questo mondo. D’altronde il pret à portèr di Pugh è decisamente couture e quasi costume, nel senso teatrale del termine e, nel ventennale del cult movie di Ridley Scott “Blade Runner” non riusciamo a immaginare un altro costumista che saprebbe rendere con maggiore intensità quel senso di oppressione e cupezza che dominava tutta la città di Los Angeles. Ma Gareth Pugh non è malinconia, ma potenza espressiva dark e surreale allo stesso tempo. Ha uno spleen naturale che cattura con i suoi tagli mozzafiato che, soprattutto nei sartoriali capi in pelle, trasformano le donne in eroine e personaggi da fumetto, perfette per Gotham City o Underworld.


La pelliccia, poi, con Gareth Pugh è molto più di un semplice trend: è haute couture allo stato puro. Giganteschi volants a contrasto, mantelle che scendono selvagge e primitive lungo le spalle hanno un qualcosa di etnico e tribale che ammalia, come anche le giacche che sono un autentico capolavoro di costruzione sartoriale. Qualcuna nasconde addirittura il volto di chi le indossa, altre hanno spalline mirabolanti tagliate a cuspide, pungenti e degne di qualche principessa aliena.

Il designer inglese, abbandonate le passerelle londinesi, cerca a Parigi uno sdoganamento ufficiale che gli riesce meravigliosamente e certi capi, soprattutto quelli in pelle, hanno incantato buyers e addetti ai lavori. Essere borderline non significa essere fuori dal mercato, ma solo simbolo di un’estetica diversa. Per fortuna.