Spazio Krizia presenta Almanacco Guanda 2011

Lunedì 14 novembre, alle ore 18.30 presso lo Spazio Krizia in via Manin, 21 a Milano, Gianni Biondillo, Ferruccio Pinotti e Gian Antonio Stella presentano l’Almanacco Guanda 2011, edito da Guanda e curato da Ranieri Polese, è giunto al suo settimo appuntamento, con il titolo Con quella faccia. L’Italia è razzista? Dove porta la politica della paura.

L’Italia è razzista? Gli autori che hanno contribuito al nuovo numero dell’Almanacco raccontano un’Italia impaurita, divisa, senza nessuna idea di come integrare e assimilare gli stranieri che ormai sono diventati una forza lavoro imprescindibile per il nostro paese come documenta nel suo saggio Valeria Benvenuti.

Permetteteci di passarvi la notizia riallacciandoci alla nostra mission di fashion blog: la moda è razzista? Non tanto riferendoci agli insulti xenofobi di un John Galliano  in preda ai fumi dell’alcol, quanto all’approccio diffidente nei confronti di chi veste in maniera diversa. Che sia un burqa o un sari, un kimono o un kaftan, un sombrero o un colbacco, in che misura siamo disposti ad accettare le culture che dall’estero migrano in Italia?

L’Amanacco Guanda 2011 ci aiuta a capire e a scavare dentro la nostra “sindrome di una nuova invasione dei barbari”, come scrive Luciano Canfora e intanto ci si dimentica, come scrive Gian Antonio Stella, di quando “gli altri eravamo noi”, quando i nostri emigrati venivano respinti nei porti di arrivo in Brasile o negli Stati Uniti.

E riallacciandoci agli spunti del libro, citando Edoardo Nesi sulla sua Prato dove “tutti parlano dei cinesi e nessuno parla con i cinesi” è sempre vero che il Made in China è un fenomeno riconducibile esclusivamente al dunping sociale che i lavoratori cinesi subiscono inerti? Oppure fa comodo, soprattutto a molte griffe,  mantenere il sistema basato sull’esterizzazione dei capitali per ricavarne cospicui profitti?

Per conoscere queste etnie diverse, acquistare i prodotti del loro artigianato, vedere dal vivo la forma di una possibile integrazione è nata un’associazione, Migranda, che guida Luisa Pronzato sulle tracce di un’integrazione che non si ferma a livello di pura utopia.