Calendario Oliviero Toscani a Pitti Uomo 2011, lo scandalo per la sua Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale

Calendari della moda e calendari del 2011: appendereste mai alle pareti di casa vostra dodici mesi che ritraggono 12 parti intime femminili senza veli, 12 immagini del pube femminile “al naturale”, ad essere precisa? Ve lo avevamo promesso nei giorni scorsi, ed eccoci tornati a parlare di cosa sia significata questa 79ma edizione di Pitti Immagine Uomo.

La sottoscritta è convinta che questa manifestazione fiorentina del 2011 verrà ricordata più per i suoi scandali che per le vere novità della moda che i marchi di made in Italy esposti hanno proposto in merito al prossimo autunno inverno 2011-2012 per Lui.

Di uno di questi vi ho già parlato – quello del fashion Gesù di Cantarelli – ma per me il gradino più alto del podio spetta sempre a lui, al grande – e imprevedibile – fotografo Oliviero Toscani. Chi non ricorda le sue campagne shock dedicate all’Aids o all’amore, quelle by Benetton? O l’adv con la modella anoressica Isabelle Caro, della quale si è parlato per la sua scomparsa solo qualche giorno fa? All’interno degli incontri di Pitti Immagine Uomo di giovedì 13 gennaio, in una tavola rotonda dal titolo “Dibattito sulla Forza della Natura, incontro sulla Femmina” tenutosi alle ore 18 alla Stazione Leopolda, spazio Alcatraz, Firenze, Toscani ha presentato il suo nuovo calendario realizzato per il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale. Quello che poi verrà allegato e distribuito in edicola con il mensile Rolling Stone. Cos’ha di particolare? Diciamo che è vera pelle al 100% naturale…

Il calendario Oliviero Toscani ha infatti scatenato un vero e proprio putiferio mediatico e ha fatto storcere il naso a molti: d’altronde, non poteva che aspettarsi questo dal momento che ritrae 12 “pose” di 12 modelle – diciamo – dai fianchi in giù e come mamma le ha fatte”! Insomma: un nudo d’arte sì ma forse un po’ troppo esplicito.

Non è tardata ad arrivare l’accusa da parte della commissione delle Pari Opportunità del Consiglio Comunale di Firenze, che ha definito questo progetto di arte e moda come

“l’ennesimo sfruttamento dell’immagine femminile a scopi pubblicitari attraverso l’uso di scatti lesivi”

e per tale motivo ne è già stato chiesto il ritiro dal commercio. A questo punto, non ha potuto esimersi dal dire la sua anche Carlo Antonelli, direttore del mensile Rolling Stone che distribuisce il calendario (e che, ve lo ricordo, promuove il dodici mesi come iniziativa pubblicitaria e non dal punto di vista editoriale):

“In Italia regna la doppia morale. A casa di Olivero Toscani e di Rolling Stone invece no. Nei media nostrani da trentanni la rappresentazione del corpo femminile è oltraggiosa, barbara, troglodita, a partire dai calendari diffusi dalle riviste machili con le solite giovani signorine ritratte come cagnette pronte ad essere possedute. Toscani invece toglie tutto. Toglie le facce, gli sguardi ammiccanti e quelle bocche semiaperte e bagnatine che tanto piacciono agli italiani. Lascia solo la pura natura, la cosa, la nuda vita, per di più non disegnata dalle depilazioni tanto in voga, ma ritratta così, come usava negli anni settanta. Una vagina politica che le veterofemministe ferme a quell’epoca dovrebbero riconoscere invece che criticare. Se il calendario è da sequestrare e Toscani da allontanare, allora bisognerebbe da tempo che pericolosissimi programmi televisivi prime time venissero chiusi e condannati all’ergastolo per incitazione aggravata allo stupro”.

Per quanto mi riguarda, Antonelli non ha tutti i torti, anche se, con un calendario così, è facile scadere nell’oltraggio alla pubblica decenza. Ma voi che ne pensate: vince il diritto della libertà d’arte ed espressione, opppure l’educazione alle immagini nelle immagini?