Paris Fashion Week 2012: le più belle sfilate della quarta giornata

dior lanvin inverno 2013 paris fashion week

Ha sfilato ieri a Parigi, durante la quarta giornata della Paris Fashion Week, la maison Christian Dior che ha presentato una collezione impeccabile, classica, tutta giocata su nuance delicate e intense, come il rosa e il grigio perla, ma anche velluti neri, bordeaux e viola, molto eleganti e sofisticati. Abiti longuette e da sera, spolverini e tailleur giacca-pantalone hanno uno stile glam che piacerà alle aficionados del brand, ma a chi ricorda lo stile di John Galliano, la ‘banalità’ di una collezione che potrebbe essere quella di qualsiasi altro brand di moda, non certo all’altezza delle potenzialità di Dior, è imperdonabile, anche se questa volta non ci sentiamo del tutto di bocciare Bill Gaytten, l’assistente di John Galliano messo al timone di una maison alla deriva, perché qualche abito piuttosto ben riuscito in collezione c’è, quindi gli regaliamo la sufficienza sperando di vedere  o una collezione migliore la prossima volta oppure, finalmente, qualcun altro al suo posto…

Abbiamo cominciato il mostro racconto della quarta giornata di sfilate della Paris Fashion Week con quella che un tempo era davvero la maison pù importante e attesa di tutte, ma la palma d’oro di collezione più caleidoscopica e completa, capace di passare da adorabili mini dress e tailleur color blocking al dark più assoluto con una serie di capi in pelle, con tanto di borchie a disegnare originali tatoo, perfetti per una rockstar, fino a cappotti e gonne balloon a contrasto, è Lanvin. La collezione della griffe finora è la migliore tra quelle viste nella fashion week parigina per inventiva, colori e versatilità: si passa dal bon ton al glam rock fino ad abiti da sera stampati fantasia accompagnati da lunghi guanti in pelle e stole di volpe in  diversi colori contrasto. Una collezione autunno/inverno 2012-2013 davvero superba.

ricci yamamoto margela inverno 2013

Collezione rétro e per nulla originale da Nina Ricci, griffe disegnata da Peter Copping, la cui donna sembra aver rovistato nel guardaroba della mamma o della nonna per adattare alla sua silhouette abiti d’antan. L’effetto nostalgia è assicurato, così come l’alone di eleganza e classicità di lunghi cappotti con collo bianco di pelliccia a contrasto o di tweed intessuti di lurex, però che noia…Chiudiamo, infine, con due brand, maison Martin Margela e Yohji Yamamoto, di certo i più concettuali e avantgarde di tutti. Il primo, in particolare, famoso perché nessuno mai al mondo ha visto il suo volto né sentito la sua voce, tanto che comunica solo via fax (secondo noi si tratta di un gruppo di creativi e non di una sola persona…) è celebre per i suoi accessori assolutamente unici nel panorama mondiale per inventiva e design e anche gli abiti non fanno eccezione.

Sono uno studio della figura umana, nulla che possa essere definito semplicemente pret a portèr, mentre Yohji Yamamoto ha una sua linea stilistica precisa fatta di asimmetrie, maxi volumi, capi extra large che avvolgono la silhouette senza segnarne le forme. Belli e intensi i colori: dal rosso fuoco al viola, in una collezione che piacerà sicuramente alle fashioniste più creative che sanno bene come accessoriare e personalizzare un capo Yamamoto che, in fondo, è un vero banco di prova per chi dice di amare la moda: saperlo indossare con nonchalance è sintomo di grande verve e personalità.