Kate Winslet al Festival di Venezia, un trionfo di curve in Stella McCartney

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Kate Winslet sta monopolizzando l’attenzione di tutti, al Festival di Venezia 2011: è riuscita a strappare uno dei pochi applausi a scena aperta dell’elitario e selettivo pubblico di critici e ad oscurare persino un colosso come Madonna. Tale è il potere che certe donne riescono ad esercitare: sono coloro che non sentono il bisogno di compiacere nessuno e scelgono solo per loro stesse.

Dopo le polemiche per aver fondato la lega anti botox, appoggiata da bellezze fuori categoria come Rachel Weiz, Kate Winslet si presenta al Festival di Venezia con tre lavori impegnati e impegnativi, fuori dagli schemi e a tratti anche politicamente scorretti. La sera del due settembre, per la première di Mildred Piece in cui è protagonista, si è presentata in uno strizzatissimo e abbacinante abito optical di Stella McCartney. E il trend curvy ci conquista ogni giorno di più.

Tutta la sua persona sembrava dire: guardatemi, sono una donna vera e amo ogni singola curva, imperfezione e rotondità del mio corpo. Un abito del genere, negli anni Sessanta, lo indossava gamberetto Twiggy, ma senza lo stesso strepitoso effetto: i canoni classici vogliono che chi ha molte curve si debba guardare bene dall’indossare abiti troppo aderenti, soprattutto se di colore chiaro. Ebbene: Kate ha fatto l’esatto contrario di quello che il canone vorrebbe imporre.

Lo scollo dell’abito ricalca quello dei costumi olimpionici, alto sul decolleté e ad effetto seconda pelle. Lungo appena sotto il ginocchio, il vestito di Stella McCartney era caratterizzato da fianchi di colore nero in contrasto con il bianco dominante. Kate ha scelto un paio di peep toe in camoscio nero, spuntate e altissime. Elegantissimi i pendenti in perle e diamanti che le incorniciavano l’ovale.

Dalle immagini in galleria potete ammirare l’abito portato da un’impeccabile e magrissima mannequin durante la sfilata autunno/inverno 2011 2012: il risultato dello stesso vestito, sulla Winslet, è chiaramente e nettamente differente.

Questo non significa affatto che l’una lo abbia indossato meglio dell’altra, perché sono entrambe evidentemente favolose: la scelta dell’ex eroina di Titanic ci dimostra come l’azzardo, l’essere anticonvenzionali e dimenticarsi dei diktat imposti dal sistema può premiare e rivelarsi la scelta vincente.