Parigi Fashion Week: le più belle sfilate della seconda giornata

Seconda giornata della Parigi Fashion Week che ha in programma ben cento sfilate in soli 9 giorni, compresi gli eventi collaterali al calendario ufficiale. La capitale francese combatte sia contro le tendenze di New York,cercando di lanciarne di nuove, che contro il successo di Milano, la città che più le assomiglia se non fosse talvolta così commerciale e votata ai gusti dei buyers: l’imperativo è vendere per arginare la crisi del settore.

Il momento è difficile, meglio non sfidare la sorte. Eppure da sempre Parigi è a metà strada tra l’eccentricità di Londra e la classe di Milano, mentre New York è appena entrata in questo eterno gioco a tre e, sebbene sia in grado di lanciare molte nuove tendenze, non ha in calendario i nomi che la cara vecchia Europa può vantare. Parigi solo nell’ultima giornata ha mandato in passerella nomi come Balenciaga, Balmain, Manish Arora e Mugler, un poker d’assi davvero invidiabile e, infatti, tutti gli occhi del fashion system sono qui, per capire dove andrà la moda la prossima estate. Abbiamo già parlato delle tendenze uscite da New York e Milano: look total white, gonna longuette, pantaloni dalla linea morbida, zeppe, molta pelle sia per capispalla che per abiti e, per quanto riguarda il beachwear, una rinnovata voglia di pin up con costumi castigati e interi.

Parigi, come anche Londra, fa storia a sé. Londra è anarchia pura, libera espressione artistica, Parigi deve dar conto al mercato, ma lo fa in modo completamente unconventional, cercando di mantenere stretta per sé quella vena di trasgressione così parisienne. Da Balenciaga ammiriamo sì l’elegante contrasto tra il bianco e il nero, ma riletto in chiave moderna, con tagli asimmetrici, volants e volumi che si arrotolano su se stessi, generando silhouette di rara sensualità. Perfetto e contemporary chic l’uso della vernice per minidress color bordeaux di grande impatto visivo. Nuance forti, decise, impetuose: la donna di Balenciaga è una virago moderna.

Come anche la donna di Balmain che gioca con le maxi spalline anni Ottanta per tailleur e abiti optical che seducono per il potere visivo e per la loro originalità. Parlavamo di tendenze prima e Balmain è stato il primo quest’anno a riproporre la silhouette anni Ottanta a triangolo. Un gesto coraggioso, unico, segno di una maison che va dritta per la sua strada e non si lascia influenzare da facili trend del momento che vedono tutto skinny e sartoriale. Quando l’economia è in crisi i volumi degli abiti è come se si sgonfiassero, tutto diventa minimal, segno di un’austerity che colpisce anche l’ispirazione stessa della moda. Balmain, invece, dice no e propone una collezione positiva, ottimista, molto anni Ottanta, i famosi “anni di panna”, in cui tutto sembrava possibile. Tra tailleur di pelle intarsiata, completi optical gialli e neri e morbidi pants a righe celesti e neri, Balmain guarda al passato per guardare al futuro con rinnovata speranza.

Manish Arora, geniale designer indiano che ha appena lasciato la direzione artistica della maison Paco Rabanne, gioca con il sogno e con le sue origini orientali per regalarci un mondo fantastico fatto di ricami preziosi, splendide fantasie e modelli degni di una moderna principessa a cavallo tra Oriente e Occidente. Tra ricami preziosi, lunghe tuniche e pants a sigaretta, Manish Arora non fa moda folk, il suo, anzi, vuole essere un linguaggio universale che parla al cuore di tutti con ricami che sono luce pura e dettagli degni di una collezione couture talmente sono elaborati e preziosi. Sulla stessa lunghezza d’onda la maison Mugler guidata da Nicola Formichetti, ex stylist di Lady Gaga, che abbandona il suo mondo di eccessi quasi cartoon per una moda portabile e contemporanea. Il tocco eccentrico permane, ma la maggior parte delle creazioni è pensata e realizzata per donne reali, non solo per pop star eccentriche o per incredibili shooting sui fashion magazine. Così anche Mugler conquista gli addetti ai lavori con le sue jumpsuit azzurre, i suoi abiti di porpora con spacchi bon ton e i minidress in vernice, unico strascico di un passato hard rock che lascia il posto a un mercato fatto di donne vere con esigenze vere. Non più solo star, ma donne moderne, sicure di sé e dall’appeal decisamente strong.

Photo Credit | Vogue