New York Fashion Week 2013: le più belle sfilate della settima giornata

Si sono concluse ierile sfilate delle collezioni a/i 2013-14 della New York fashion week 2013 che adesso passa il testimone ad un’altra capitale della moda internazionale, Londra, che inaugura proprio oggi la sua settimana della moda. New York ha chiuso alla grande presentando in passerella le creazioni di grandi nomi, senza lasciare per ultimi i giovani, come purtroppo accade sempre a Milano con i personaggi che contano, grande stampa e buyer internazionali, ormai partiti alla volta della Parigi fashion week.

New York ha dedicato ai giovani la prima giornata e ha chiuso le sue sfilate con nomi dal prestigio consolidato come Ralph Lauren, Marchesa, Anna Sui e Calvin Klein Collection, tutti brand in grado di fermare chi conta nel fashion system prima che si imbarchi alla volta di Londra. Come dire di no, d’altronde, al grande Ralph Lauren e alla sua donna gipsy e cosmopolita, eterna viaggiatrice e bon viveur. Per il prossimo inverno Ralph Lauren conferma il trend della pelliccia, non solo come capospalla, ma anche come accessorio, come negli originali colbacchi in volpe da indossare su abiti grand soirèe. Sembra quasi di stare a Mosca, invece è New Yok, ma potrebbe essere ovunque perché la donna di Ralph Lauren non appartiene a nessun luogo e da ogni posto visitato porta sempre via con sé, come souvenir per la propria anima, suggestioni, ricordi e l’amore per il mash up assoluto.

Tantissimo velluto per il prossimo inverno: le gonne si allungano fino alle caviglie e in puro stile Ralph Lauren sono abbinate languidamente a stivaletti di pelle, gilet etnici e l’immancabile basco in testa. Una collezione autenticamente elegante e autobiografica in cui è chiara la cifra stilistica del brand e l’amore assoluto del designer per la donna che non è turista, ma eterna viaggiatrice, proprio come diceva nel film “Il thè nel desertoBernardo Bertolucci quando distingueva tra la turista che parte, ma in cuor suo sa che tutto ciò avrà un termine e tornerà a casa, mentre la viaggiatrice potrebbe non fare mai più ritorno e sentirsi a casa ovunque. Proprio a quest’ultima figura di donna si rivolge il designer, così come l’eccentrica Anna Sui fa, invece, riferimento a una donna che vive il suo tempo nel suo spazio: modern, up to date, amante dello street style e del multicolor, il suo imperativo è distinguersi con capi casual dai dettagli pregiati, con stampe coloratissime e particolarmente accese. Tra abitini optical e pellicce proposte nelle nuance più incredibili, Anna Sui flirta con il mondo della psichedelia in un trip fashion sempre molto originale.

Al contrario, delude un po’ le aspettative Calvin Klein Collection che, monocorde, ripete lo schema della silhouette in pelle stretta sopra e svasata sotto, fermata in vita da una maxi cintura bustier. L’effetto è sofisticato ed elegante, ma le varianti sono troppo poche e alla fine l’effetto noia è assicurato. Un vero peccato. Per quanto riguarda Philosophy by Natalie Ratabesi, l’ex linea young di Alberta Ferretti ora disegnata da Natalie Ratabesi, è piuttosto low profile, con pellicce e abiti dalle linee anni Venti decorati da applicazioni di perline e paillettes. Altri abiti, invece, possiedono un’allure naturalmente moderna, con qualche tocco grunge. I capispalla hanno un design rigoroso, mentre i pantaloni sono sia bootcut, lunghi alla caviglia e da indossare sopra alti stivaletti in pelle, oppure lunghissimi, quasi fin sotto la scarpa. Certo, si vede che manca la mano e lo stile di Alberta Ferretti, ma è la prima collezione per Natalie Ratabesi e, oltre che indulgenti per questa sfilata, bisogna sperare nella prossima, altrimenti ricomincerà il totonome per il suo sostituto come direttore creativo della griffe Philosophy.

Chiudiamo questa lunga carrellata con Marchesa, un nome, come già quello di Rodarte, che non c’entra assolutamente nulla con la New York fashion week che propone le collezioni pret à portèr degli stilisti. Qui non siamo al cospetto nemmeno di demi-couture o pret à couture che dir si voglia, ma di alta moda vera e propria e forse marchesa dovrebbe seriamente prendere in considerazione l’idea di filare a Roma o a Parigi durante le fashion week di alta moda perché non esiste in collezione un solo look da giorno se si escludono quelli ideati per una cerimonia mondana matinée. Tutto il resto è pura grand soirè e red caroet da sogno, con abiti dai columi importanti, pieni di decor preziosi e realizzati con tecniche che di prontamoda hanno poco e niente.

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